DISTRETTI BIOLOGICI SICILIANI, ARGENTATI (DISTRETTO AGRUMI DI SICILIA): URGE DEFINIRE CHIARAMENTE I RUOLI PER UNA VERA CRESCITA DEL TERRITORIO

Palermo, 17 novembre – Nel corso del primo incontro con i distretti biologici siciliani, organizzato dal CREA con il supporto della Rete Rurale Nazionale, presso il Dipartimento Agricoltura dell’Assessorato regionale, la presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, Federica Argentati, ha sollevato fondamentali questioni sulla coesistenza e la funzionalità delle varie tipologie di strumenti che operano sugli stessi territori, (distretti del cibo, distretti produttivi, consorzi di tutela, biodistretti, GAL, e così via.). L’appello centrale della Argentati è la necessità di stabilire definitivamente i ruoli e di rispettarli, per evitare sovrapposizioni e conflitti.

“In questo panorama ampio di strumenti come quelli su elencati, – afferma Argentati – che a mio avviso sono più che positivi perché creano laboriosità territoriale, nonché un esercizio da parte delle comunità nello sperimentare diversi percorsi, tuttavia, è necessaria una seria riflessione sul loro scopo finale: tutte queste dinamiche stimolano davvero l’operosità o rischiano di generare confusione che a volte diventa paralizzante e soprattutto uno spreco di energie per contrastare conflitti spesso strumentali e posizioni individualistiche?”.

Proprio nel corso del workshop odierno, Federica Argentati ha pubblicamente espresso la sua sorpresa riguardo alle recenti dimissioni del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia: “Tale decisione – dice Argentati – è stata accolta con non poco stupore, non capisco infatti come non ci si renda conto del ruolo fondamentale che ha svolto e continua a svolgere il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia per gli agrumi e anche per i consorzi di tutela, considerando il tangibile contributo offerto dal Distretto nel corso di 15 anni di attività. Durante questo periodo, si sono susseguiti vari presidenti dei Consorzi di tutela, con i quali abbiamo portato avanti numerosi progetti di successo a favore della produzione agrumicola siciliana. Si è instaurata una proficua collaborazione con molteplici iniziative che sono state realizzate a sostegno di obiettivi concordati e sottoscritti nel patto di sviluppo approvato dalla Regione. Risultati, questi, legati alla capacità di fare squadra, una squadra che la nuova presidenza del Consorzio Arancia rossa si sta prendendo la responsabilità di interrompere”.

“I Distretti – continua la presidente del Distretto Agrumi sulla base della sua decennale esperienza – possono crescere solo se enti e imprese, in particolare quelle più strutturate, coltivano il senso di comunità che va oltre il legittimo profitto d’impresa. È urgente riflettere su come possiamo focalizzarci su un approccio collaborativo e sinergico. In tale direzione va la scelta del Distretto di adottare un approccio pragmatico, collaborando con altre realtà e aderendo, ad esempio, al Distretto delle filiere dei territori in rete, senza istituire un ulteriore distretto del cibo, poiché crediamo che a volte sia necessario un passo non indietro, ma di lato. In tale direzione, il Distretto Agrumi fa parte del Distretto del cibo e della Consulta nazionale, lavorando in modo sinergico con numerosissime altre realtà territoriali, anche a livello nazionale” conclude Argentati.

Nel merito dei biodistretti, per Aiab Sicilia, è intervenuto Francesco Ancona, consigliere del Distretto Agrumi con delega al bio: “Nel contesto siciliano, dove la produzione biologica si afferma al vertice in Italia, il biodistretto emerge come uno strumento prezioso per favorire lo sviluppo sostenibile del territorio attraverso le diverse produzioni biologiche. Una sfida peculiare in Sicilia è rappresentata dal divario tra la nostra eccellenza come produttori e il basso consumo interno. Mentre a livello nazionale si registra una diminuzione del 6% nei consumi, la Sicilia evidenzia un preoccupante calo del 19% nell’ultimo anno. Questo dato incide in modo significativo sulle piccole e medie imprese, che sono il cuore pulsante dell’economia biologica regionale. Pertanto, l’istituzione di un biodistretto rappresenterebbe un passo avanti significativo, promuovendo un approccio virtuoso al consumo e alla produzione sostenibile”.

Ufficio stampa – Maria Chiara Graziano