Workshop “Aspetti Tecnici e normativi delle Agroenergie Mediteranee a supporto dei Distretti Produttivi Agroalimentari siciliani” – Catania 29 maggio 2015.
Aspetti Tecnici e normativi delle Agroenergie Mediteranee a supporto dei Distretti Produttivi Agroalimentari siciliani
Il workshop svoltosi a Catania lo scorso 29 maggio organizzato dal Coordinamento dei Distretti produttivi agroalimentari e pesca nell’ambito del progetto “I Distretti Agroalimentari in rete nell’ottica della green e della blue economy” finanziato dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura ha affrontato i temi del riutilizzo degli scarti e sottoprodotti delle principali filiere agroalimentari siciliane, che se sapientemente destinati a impianti per la produzione di biogas, sarebbero in grado di produrre energia verde per 10 mila abitazioni con singole utenze da 3 KWh.
A quantificare il capitale agro energetico siciliano è stato Risorse Smart, giovane e dinamica start-up impegnata a connettere domanda e offerta di scarti e sottoprodotti provenienti dal settore agricolo e agroindustriale.
Sono intervenuti al convegno Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia (ente coordinatore del progetto della Regione Siciliana dedicato alla filiera produttiva agroalimentare“I Distretti Agroalimentari in rete nell’ottica della green e della blue economy”), che ha sottolineato come “il nostro il patrimonio agroenergetico sia del tutto inespresso. Un vero giacimento di energie verdi che, opportunamente lavorate, farebbero di ogni filiera un modello di gestione nella direzione della green e della blue economy: ovvero aziende a ridotta emissione di CO2 (green) o a zero (blue). Una innovazione di sistema che deve partire dalla dimensione micro, ovvero dalle singole filiere, per arrivare a una dimensione macro, dove a vincere ed essere additato ad esempio non è il singolo, ma il modello Sicilia: esempio positivo di economia dove i Distretti Produttivi “pensano in squadra”, condividono progettualità, fanno sistema e si rinnovano, rigenerandosi,nella direzione della sostenibilità”.
Roberta Selvaggi, agronomo e co-founder di Risorse Smart che ha presentato l’indagine condotta raccogliendo i dati sulla produzione di siero di latte, residui vegetali, biomasse da cereali, colture in rotazione, ficodindia, sottoprodotti di agrumi e olio d’oliva (pastazzo, sansa e acqua di vegetazione), scarti della macellazione delle carni (pollame e bovina), deiezioni animali.
Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto Produttivo della Pesca chiarendo come da anni sta lavorando nella direzione della Blue Economy attraverso progetti realizzati in sinergia fra le imprese distrettuali e centri di ricerca pubblici e privati, dipartimenti universitari, laboratori e centri di competenza.
Biagio Pecorino, docente di Economia Agroalimentare (Di3A Università di Catania) spiegando come la ricerca mette a disposizione nuove soluzioni tecnologiche e le trasferisce ai sistemi produttivi locali anche adattandoli alle diverse realtà produttive.
Fabrizio Sibilla, esperto di biotecnologie industriali, secondo cui oggi le tecnologie consentono di convertire le matrici organiche in bioplastiche di seconda generazione: non si usano più prodotti potenzialmente destinati al consumo umano o animale, quindi si evita la competizione fra food and energy.
Sofia Mannelli, presidente Chimica Verde Bionet, ricordando il ruolo della chimica verde, ideale sostituzione dei vecchi impianti energetici con alimentazione fossile e auspicando che i sistemi agroalimentari del Mediterraneo si avvalgano di questa opportunità.
Un momento del Workshop
Alcuni dei relatori intervenuti